I giorni seguenti furono un inferno,
nessuno riusciva a farsi una ragione dell’accaduto. Vurtuosa fu dimessa dopo
cinque giorni. Appena rientrò si rimise i panni neri. Povera Vurtuosa, uno
sotterrato vivo e una morta mentre nasceva. Quando finiranno tutte queste pene?
Mario
stava facendo tutto quello che poteva per aiutarli, sia in paese che in
campagna, ma non bastava solo la buona volontà. L’avvocato voleva parlare con
loro e quando chiamava, bisognava mettere la mano in tasca. Fissarono l’appello
per il diciotto giugno e per affrontare le spese del dibattito c’era bisogno di
un’altra somma di denaro.
“Già
che è arrivata l’ora Nicò, passiamo a prendere i ragazzi da scuola?”
“Passiamo
pure.”
“Senti
Nicò, come siete messi a soldi?”
“Male.
Sì e no ci sarà un terzo dei soldi che ci chiede l’avvocato. E se non lo
liberano all’appello ci toccherà pagare fino alla morte. Finirà che dovremmo
vendere anche i capelli che abbiamo in testa.”
“Dai
Nicò, non ti scoraggiare, in qualche modo troveremo la soluzione.”
“Il
modo lo so già, ci toccherà vendere la terra di Pontes, l’orto.”
“E
come camperete?”
“Sto
pensando di aggiustare la casa di su Catreathu e di andarcene lì. Con tutto
quello che ci sta capitando, forse cambiare aria e luogo ci farà bene. Chissà
che almeno lì Vurtuosa possa uscire fuori senza che nessuno la guardi storto.”
“Ma
anche lì ci saranno le spese e non si campa solo d’aria.”
“Ho
pensato anche a quello, c’e’ la mucca per il latte, sebbene sia gravida, per
quello che consumiamo noi basta e avanza e poi abbiamo il giogo per arare. Dal
latte che ci danno quelle poche pecore faremo il formaggio per la famiglia. Per
farla breve, faremo all’antica. Per il maiale e la scrofa abbiamo gia’ il
porcile pronto.”
“E
Nicoletta e Giuseppe come faranno a viaggiare?”
“Ci
dovrebbe essere il pullman che viaggia ogni giorno, però sto pensando di
lasciarli in paese con mamma Luchia fintanto che c’e’ la scuola e la domenica
ci incontriamo tutti lì. Sono sicuro che pur avendo i nostri dispiaceri staremo
tutti meglio.”
“E
l’olivastro e la vigna, chi se ne prenderà cura?”
“Ho
pensato anche a questo. Proporrei di darle a mezzadria con contratto di rinnovo
annuale o di farle lavorare a dei dipendenti, però i padroni siete tu e
Jachinnassiu, decidete voi. Fate voi, per me va bene tutto. Che te ne pare
dell’idea?”
“Andrebbe
anche bene ma a me sembra che vi isolerebbe troppo. C’e’ la luce a su
Catreathu?”
“C’e’
la luce a l’acqua dell’acquedotto da quando erano vivi i miei. Adesso cambiamo
discorso, i ragazzi stanno uscendo da scuola. Casomai ne parleremo stasera a
cena.”
Brano tratto dal
libro di Francesca Loddo “I cinque nodi,” Edizioni Sa babbaiola,” anno 2021.
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